A cura dell'Avvocato Lelio Mancino
A pochi giorni dalla fine di luglio, le risorse del MOF (Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa) risultano ancora bloccate. In bilico ci sono oltre 847 milioni di euro destinati al pagamento di attività già svolte da docenti e personale ATA. Una paralisi che rischia di mettere in crisi la macchina scolastica e generare ulteriore tensione in vista del nuovo anno. Il Fondo MOF, strumento centrale per la gestione delle attività extra dell’istituzione scolastica (progetti, incarichi aggiuntivi, recuperi, potenziamento, formazione, funzioni strumentali, turni ATA, ore eccedenti), è fermo, e con esso i compensi dovuti a migliaia di lavoratori della scuola.Secondo i dati più recenti, sono oltre 847 milioni di euro le somme non ancora erogate, nonostante le scuole abbiano chiuso i contratti e svolto tutte le attività previste.
La situazione appare inspiegabile e allarmante:
• I fondi risultano stanziati a bilancio
• Le attività sono terminate da mesi
• Le scuole hanno completato la rendicontazione
Eppure, il Ministero dell’Istruzione e del Merito non ha ancora disposto l’emissione definitiva dei pagamenti, né ha fornito chiarimenti sulle tempistiche. Il blocco riguarda sia i compensi accessori dei docenti (attività aggiuntive, incarichi, progetti PNRR legati al MOF), sia le indennità spettanti al personale ATA per turnazioni, aperture straordinarie e incarichi speciali.
A rimetterci sono:
• I docenti che hanno lavorato per il recupero e il potenziamento, spesso oltre il proprio orario contrattuale
• Gli ATA che hanno garantito servizi di sorveglianza, pulizia e apertura/chiusura degli edifici scolastici
• I DSGA e i dirigenti scolastici che non riescono a chiudere i bilanci di fine anno, con il rischio di entrare in esercizio provvisorio
Il tutto avviene in piena estate, con famiglie e personale scolastico in attesa di certezze per settembre, e con la contrattazione integrativa d’istituto già in stallo, vista la mancanza di risorse disponibili.
Il blocco dei fondi MOF non è solo una questione amministrativa:
• Viola i contratti collettivi, che prevedono la retribuzione delle prestazioni aggiuntive
• Espone l’amministrazione a contenziosi legali, con potenziale danno erariale
• Genera sfiducia e demotivazione nel personale scolastico
Diverse sigle sindacali minacciano già azioni legali e denunce alla Corte dei Conti se la situazione non si sblocca entro la prima settimana di agosto.
Serve un intervento urgente e concreto. Le promesse di semplificazione e valorizzazione del personale scolastico rischiano di svanire se non si dà seguito alle misure già approvate.
La scuola non può funzionare senza il lavoro straordinario e qualificato di chi la tiene viva ogni giorno, anche d’estate.
E quel lavoro va pagato, senza ulteriori rinvii o silenzi ministeriali.
La scuola non è solo programmi e voti. È anche il rispetto dei contratti e delle persone che, ogni giorno, la rendono possibile.