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16° Middle East Now Festiva

Data pubblicazione: 02-09-2025
 

Middle East Now festival presenta l'edizione n.16 a Firenze dal 7 al 12 ottobre 2025, al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra e in altri spazi cittadini, con un programma multiforme di eventi, tra cinema, documentari, arte, mostre, teatro, food, incontri e progetti culturali in senso più ampio.Il festival - che fa parte della 50 Giorni di Cinema a Firenze e aprirà il programma di questa edizione - da sempre si caratterizza per una forte attenzione all’attualità, al racconto dei fenomeni più nuovi e vibranti delle culture e delle società del Medio Oriente contemporaneo, aspetto ancora più importante in un momento come quello attuale in cui questa parte di mondo è drammaticamente più che mai al centro dell’attenzione. Middle East Now è organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, con la direzione artistica di Lisa Chiari e Roberto Ruta, con il sostegno di Fondazione Sistema Toscana per Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze, con il supporto di Gruppo Why the Best Hotels Firenze, Fondazione Niels Stensen, MyMovies, Ponte33, in partnership con Meltin’Concept, e altre istituzioni e partner locali e internazionali.

Middle East Now fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze.

RADICAL IMAGINATION: tema 2025

Attraverso il programma cinema, le mostre e i talk, questa edizione riflette sulla potenza radicale delle immagini e diventa luogo di immaginazione, in cui vengono invocate nuove visioni del mondo attuale e smantellate vecchie e distorte rappresentazioni della realtà mediorientale. Radical Imagination vede il cinema come un campo di battaglia politico per la creazione di immaginari sociali, che mobilita l'immaginazione del pubblico, per contrastare una storia fatta di ingiustizia e cancellazione coloniale creata ai danni delle comunità mediorientali. I registi e gli artisti protagonisti ci sfidano a vedere il mondo, gli altri e anche noi stessi in un modo nuovo e diverso, e le loro opere si sforzano di riformulare l'immagine del Medio Oriente e rinegoziarne la sua storia. Radical Imagination non si limita a criticare ciò che esiste, ma propone ciò che potrebbe esistere: vuole risvegliare le possibilità di fronte alla disperazione, offrire nuove sfide di fronte al collasso. Circa 40 i film in anteprima, premiati nei migliori festival internazionali. Storie forti, personaggi, temi caldi dell’attualità dalla vasta area che va dal Marocco all’Afganistan. Un programma che farà conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che vuole andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. Grazie anche ai tanti eventi speciali e alla partecipazione di registi, artisti e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e approfondirli con il pubblico in sala. E una selezione dei film online nella sala virtuale Più Compagnia in collaborazione con MyMovies.

CINEMA

Nel programma cinema uno spazio di approfondimento sarà dedicato alla Palestina, per raccontare un contesto politico, sociale e umano caratterizzato da una situazione drammatica, con la guerra e il genocidio in corso a Gaza.Tra le anteprime il potente documentario Yalla Parkour (Arabia Saudita, Palestina, Svezia, 2024, 87') di Areeb Zuaiter, protagonista Gaza prima della guerra vista attraverso un gruppo di ragazzi che pratica il parkour, dando un nuovo senso al paesaggio architettonico, mentre si intrecciano storie di vita e emigrazione.

 YALLA PARKOUR

E ancora dal Libano - a cinque anni dall’esplosione al porto di Beirut e a 50 anni dall’inizio della guerra civile - arriva Do you love me (Francia, Libano, Germania, Qatar, 2025, 75') di Lana Daher, film che attraverso decenni di cinema, filmati amatoriali, trasmissioni televisive, cultura popolare e fotografie, esplora la psiche collettiva del popolo libanese, alimentata dalla gioia e dall'intimità, ma ferita dal ripresentarsi ciclico di violenza, paura e lutto. Un tributo alla creatività come forma di resistenza e rinnovamento.

Focus importante anche sull'Afghanistan, paese dimenticato e cartina tornasole di cosa resta dopo decenni di guerra.

Kabul Between Prayers

Direttamente dal festival di Venezia il terzo film dell'accalamato regista afgano Aboozar Amini, Kabul Between Prayers (Paesi Bassi, Belgio, 2025, 99'), fotografia della vita difficile a Kabul, con protagonista un giovane soldato talebano che concilia l'agricoltura con la fede, mentre il fratello adolescente passa dai giochi d'infanzia all'ideologia militante.Il documentario The Last Ambassador (Austria, Afganistan, 2025, 77') di Natalie Halla, in cui Manizha Bakhtari, ambasciatrice afghana a Vienna, lotta contro il regime talebano promuovendo istruzione e diritti per le donne, simbolo di resistenza e giustizia A Middle East Now 2025 anche la partecipazione speciale di Studio Azzurro, il famoso gruppo di ricerca artistica milanese, con un progetto di documentazione sulla vita quotidiana nella valle di Bamiyan, assieme al dipartimento SAGAS - Università degli Studi di Firenze. Dall'Iran il doc Cutting Through Rocks (Cile, Iran, Canada, Paesi Bassi, Germania, USA, 2025, 95') di Sara Khaki e Mohammad, vincitore del Grand Jury Prize a Sundance, che vede come protagonista Sara Shahverdi, donna divorziata e motociclista pronta a sconvolgere le abitudini patriarcali facendosi eleggere in un remoto villaggio conservatore iraniano.

E in anteprima italiana anche Bidad (Iran, 2025, 104’) di Soheil Beiraghi, film audace e rischioso che mette in scena la ventenne Seti, ragazza della generazione Z che sogna e lotta per condividere la sua voce con il mondo, in una società in cui alle donne non è permesso cantare in pubblico. Una figura simbolica che si rifiuta di essere messa a tacere. Sulla Libia, My father and Qaddafi (USA, Libia, 2025, 88') di Jihan K, documentario che ha debuttato al festival di Venezia e che narra l'intrigante storia di Jihan Kikhia, una figlia che non ha quasi memoria di suo padre Mansur Rashid Kikhia, ex diplomatico e importante politico libico scomparso al Cairo nel 1993, perché diventato oppositore pacifico del regime di Mu'ammar Gheddafi.

Little Syria (Romania, Portogallo, Germania, 2025, 90') di Madalina Rosca e Reem Karssli, girato per oltre 20 anni in Siria e Germania, così come in Turchia, Grecia, Polonia, Ungheria, Francia, Spagna e Iran, il film segue la ricerca di un fratello, di sua sorella e del suo fidanzato, intrappolati tra una Siria da cui sono scappati per salvarsi la vita e un'Europa che a volte sembra accoglierli e altre volte respingerli.

Anche la Turchia sarà protagonista col film Seen Unseen: An Anthology of (Auto)Censorship (Olanda, Turchia, 2024, 66') di Fırat Yücel, Erhan Örs, Hakan Bozyurt, Can Memiş, Sibil Çekmen, Serra Akcan, Nadir Sönmez, Belit Sağ, raccolta di film del collettivo Altyazı Fasikül: Free Cinema, esteticamente eclettica (tra immagini di desktop, lettere, messaggi e video sorveglianza) e politicamente audace, che sottolinea la necessità di essere critici in tempi di censura e repressione. E poi l'Iraq, The Lions of the River Tigris (Norvegia, Olanda, 2025, 91') di Zaradasht Ahmed, girato a Mosul, città con 8.000 anni di storia, devastata durante la battaglia per la liberazione dall'ISIS, racconta la lotta di tre uomini che si rifiutano di lasciarla cadere nell'oblio.

HIGHLIGHTS EVENTI E PROGETTI SPECIALI

tra gli eventi speciali e le partecipazioni già confermate ci sono:

Beirut, Recurring Dream_by Tanya Traboulsi

La mostra fotografica BEIRUT, RECURRING DREAM di Tanya Traboulsi

La prima mostra personale in Italia della giovane e talentuosa fotografa libanese Tanya Traboulsi, con un progetto dedicato a Beirut, città della sua infanzia e della sua vita adulta. Attraverso frammenti di ricordi, emozioni ed esperienze vissute, utilizzando fotografie e materiale d'archivio, la fotografa ripercorre l'identità stratificata e mutevole di Beirut: la sua bellezza, le sue cicatrici e la sua resilienza.

Ospite speciale food: lo chef palestinese SAMI TAMIMI

Al festival arriva uno dei nomi di punta della scena culinaria contemporanea mediorientale. Sami Tamimi, chef palestinese animatore assieme a Yotam Ottolenghi dei celebri ristoranti londinesi Ottolenghi, e autore di bestseller come “Jerusalem”, “Falastin: A Cookbook” - vera e propria lettera d’amore verso la cucina palestinese, e del recentissimo “Boustany. A Celebration of Vegetables from My Palestine”. Per Tamimi preparare il cibo della sua terra natale è un atto di resilienza e uno strumento forte per mantenere viva la sua cultura. A Firenze al festival presenterà il suo ultimo libro e uno speciale workshop di cucina palestinese, in programma alla Scuola d’Arte Culinaria Cordon Bleu.

PenPalestine, installazione e collaborazione speciale

PenPalestine è un progetto lanciato nel 2023 e consiste nella stampa di cartoline disegnate da artisti di tutto il mondo in solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza. L'idea iniziale era quella di inviare cartoline a Gaza, con la consapevolezza che non sarebbero mai arrivate. Nella speranza di riuscire nell’intento, PenPalestine sta diffondendo consapevolezza attorno al genocidio a Gaza inviando cartoline ovunque nel mondo cercando di supportare la popolazione palestinese: una forma di solidarietà diffusa come collettivo globale di artisti. Le coloratissime cartoline di PenPalestine saranno presentate al festival in un'installazione al Cinema La Compagnia, e acquistabili per raccogliere fondi a favore di organizzazioni mediche attive a Gaza.

FESTIVAL TALKS 2025 – IL PUNTO DELLE 19.30

Anche a questa edizione un programma ricco di conversazioni, dibattiti, presentazioni di libri e approfondimenti su temi forti e di attualità, coordinati da Laura Silvia Battaglia e Giuseppe Alizzi

Il festival invita sul palco del Cinema La Compagnia esperti, autori, giornalisti, saggisti, fumettisti, artisti a parlare del Medio Oriente di oggi e di alcuni dei suoi temi d'attualità più caldi.