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LA DISTANCE DI TIAGO RODRIGUES AL MERCADANTE

Data pubblicazione: 25-10-2025
 

Apertura efficace della nuova stagione del Teatro Mercadante con un importante debutto italiano firmato dal regista, drammaturgo, attore, produttore portoghese e direttore del Festival d’Avignone Tiago Rodrigues, dal titolo La Distance. Ci troviamo nel 2077, una parte della specie umana vive su Marte, mentre il resto continua a vivere, in condizioni precarie, sulla Terra. Un padre e una figlia, separati da circa 225 milioni di chilometri, cercano di mantenere una relazione a lunghissima distanza attraverso dei messaggi telefonici interplanetari. Lo spettacolo, che apre la stagione dello Stabile partenopeo, è recitato in lingua francese con sottotitoli in italiano, ed è interpretato dall’attore Adama Diop nel ruolo del padre, medico ospedaliero, e dall’attrice Alison Dechamps in quello di sua figlia. Un padre speranzoso e convinto che si possa salvare qualcosa della civiltà terrestre, una figlia, pessimista che decide di cancellare il passato e di costruirsi una nuova identità su un altro pianeta nei ranghi dei Dimentichi. La scenografia, di effetto e di impatto, consiste in un palco rotante suddiviso in due spazi scenici distinti, una metà rappresenta la Terra e l’altra Marte, gli ambienti non sono realistici, ma illustrano simbolicamente le differenze tra i due pianeti e i mondi interiori dei personaggi, ciascuno confinato nella propria metà del palco, senza mai potersi vedere, mentre il pubblico potrà vederli alternativamente grazie alla rotazione del palco, che evocherà il moto ellittico dei pianeti, ispirando anche le luci e i suoni dello spettacolo. La velocità di rotazione del palco varia sottolineando i momenti di tensione o sospensione del tempo. Padre e figlia potranno parlare solo quando sono visibili al pubblico. Questo significa che la metrica e la durata del testo saranno in costante dialogo con la velocità del movimento scenico, accentuando la dimensione musicale e ritmica della scrittura, che alterna un linguaggio crudo e realistico a momenti di lirismo e di astrazione. Il paesaggio sonoro è molto importante e presente costantemente, così anche l’illuminazione dialoga con l’idea di rotazione esplorando il tema dei lati visibili e invisibili dei pianeti. Per quanto riguarda i costumi, l’elemento futuristico è presente, ma sobrio evitando gli stereotipi, cercando di immaginare un abbigliamento quotidiano e credibile per il 2077. Un testo molto bello e ben rappresentato sulla separazione geografica, emotiva, politica tra individui, familiari e comunità, in un futuro distopico e frammentato, una messa in scena davvero originale, grazie anche ad un palco rotante diviso tra Terra e Marte che rappresenta il divario e la comunicazione diretta tra i personaggi. La regia sfrutta la rotazione del palco per scandire i ritmi e le tensioni narrative. Coinvolgente e ricca di pathos la disperazione di un padre che si sforza di mantenere un rapporto con sua figlia andata a vivere sul Pianeta Rosso e che tenta, in tutti i modi possibili, di farle cambiare idea, ma la decisione è stata presa e nessuno potrà smuoverla, anzi, con il passare del tempo, la sua memoria sarà totalmente svuotata e non ricorderà più nulla della vita terrena, il tutto sottolineato dal brano, struggente, “Sonhos” di Caetano Veloso. Uno spettacolo visionario, sull’incomunicabilità, sugli effetti del surriscaldamento climatico, sulla memoria e sull’incomprensione. Testo e regia Tiago Rodrigues, traduzione Thomas Resendes traduzione per i sottotitoli Chiara Elefante, scene Fernando Ribeiro, costumi José António Tenente, luci Rui Monteiro, musiche e suono Pedro Costa, collaborazione artistica Sophie Bricaire, assistente alla regia André Pato.

                                                                                                                                                                                                Antonio D'Addio