“Non vorremmo fare polemiche sterili col Governo né con la Presidente del Consiglio, ma ricordiamo a chi guida il Paese che il Mezzogiorno ha tantissime criticità e molti problemi, economici e sociali, strutturali a cui non si danno risposte e non si programmano interventi. Basta leggere l’ultimo rapporto Inps per capire come è messa la Campania, la più importante regione del Mezzogiorno”. A dirlo è il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. “L’aspettativa di vita tra le donne è di 83 anni a fronte degli 85 della media nazionale. In Campania – osserva Ricci - solo 140mila assunzioni sono a tempo indeterminato mentre sono 500mila quelle precarie, tra contratti di somministrazione, stagionali, a tempo determinato o intermittente. Le retribuzioni medie sono di 84 euro al giorno per gli uomini e 63 euro per le donne mentre nel resto del Paese sono di 108 e 80 euro. Il tasso di disoccupazione regionale è al 15,6 per cento mentre in Italia è al 6,5 per cento. Abbiamo un milione e 600mila inattivi e siamo la terza regione, dopo Calabria e Sicilia, per numero di neet. Abbiamo 245mila cittadini in Naspi e 346mila fermi per cessata attività. In Campania – prosegue il segretario generale Cgil Napoli e Campania - utilizziamo 10 milione di ore di cassa integrazione. In Campania abbiamo un reddito medio da pensioni di 1500 euro a fronte dei 1950 euro che si percepiscono nel resto del Paese. Sulla sanità pubblica registriamo liste di attese che vanno oltre gli otto mesi occorrerebbe assumere immediatamente 16mila addetti e per il comparto industriale abbiamo settori strategici come automotive, indotto, tessile e manifatturiero che sono in una crisi irreversibile. Ci chiediamo, a fronte di questi numeri, - attacca Ricci - come la Meloni possa dire che la nostra regione si stia risollevando e che tutto vada bene. Noi crediamo ai numeri ed è per questo che sabato saremo in migliaia dalla Campania alla manifestazione nazionale promossa dalla Cgil proprio su questi temi, per chiedere a questo Governo di invertire la rotta e di destinare risorse per dare una risposta a tutte queste criticità, anziché continuare ad investire in un’economia di guerra destinando il 5 per cento del Pil all’acquisto di armamenti. Noi - conclude - chiediamo lavoro, pace e giustizia sociale non guerra e povertà”.
"Da Meloni una realtà smentita dai numeri, sabato in piazza per chiedere lavoro, pace e giustizia sociale"
Data pubblicazione: 24-10-2025
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