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Storia di un oblio, uno spettacolo da non perdere

Data pubblicazione: 22-01-2024
 
Vincenzo Piorrotta


Un uomo entra in un supermercato e ruba una lattina di birra. Due coppie di addetti alla sicurezza lo portano nel magazzino e lo pestano fino a ucciderlo. La trama di “Storia di un oblio” in scena al Teatro San Ferdinando è tutta qui. È il modo in cui l’autore, Laurent Mauvignier, la racconta che ne fa un pezzo di teatro. Se ne accorge subito Roberto Andò che nelle sue note di regia afferma «Quando lessi il testo di Laurent Mauvignier ho pensato subito che era scritto in una lingua vocata al teatro. Storia di un oblio è un canto a più voci, ma è concepito per una sola voce.» E più avanti «La scrittura di Mauvignier circoscrive luoghi indicibili dell’esperienza, quei luoghi della memoria o della coscienza che resistono alle parole. A questa resistenza Mauvignier contrappone l’esattezza della parola, il suo potere evocativo e catartico.»
Storia di un oblio è infatti un monologo senza punteggiatura, è una sola frase o meglio un lungo percorso di pensieri e di emozioni purtroppo dolorosamente attuali. Mauvignier esprime i primi momenti del lutto attraverso acute osservazioni, domande che non hanno e non possono avere risposta, senza mai indulgere a facile retorica. Vincenzo Pirrotta, solo sulla scena, accoglie gli spettatori seduto accanto alla sacca che contiene il corpo di suo fratello. L’ambiente è quello di una sala mortuaria realizzata al centro della platea con le poltrone intorno. Sparse a terra le buste con gli effetti personali del defunto. Pirrotta è attore straordinario, sensibile, coinvolgente, vero. A partire da questi elementi pregiati Roberto Andò costruisce uno spettacolo di altissima qualità attraverso una regia illuminata che offre al pubblico un’esperienza indimenticabile.
Manlio Santanelli ha pubblicato in questi giorni su Facebook questa osservazione: “Un testo teatrale è la realizzazione immateriale del Cavallo di Troia: come il mitico animale ha il nobile compito di entrare nella testa dello spettatore e liberare le milizie della riflessione.” Accade proprio questo assistendo a Storia di un oblio e continua ad accadere nei giorni successivi.
Il pubblico non voleva smettere di applaudire perché, oltretutto, Storia di un oblio è uno spettacolo bellissimo. Doloroso, un pugno nello stomaco ma bellissimo.

Valeria Rubinacci