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Un pomeriggio indimenticabile con "Masiello Canta Viviani"

Data pubblicazione: 22-04-2024
 

Un timbro che rende la sua voce riconoscibile alla prima nota, un’estensione vocale invidiabile, un’esperienza pluriennale, una presenza scenica abbinata a una capacità comunicativa che solo un attore della sua qualità può vantare e Viviani nel sangue non potevano che dar luogo a uno spettacolo coinvolgente e appassionante come “Masiello Canta Viviani”.
Siamo nel bel salotto di casa Santanelli per un altro pomeriggio del “Teatro cerca casa”, ormai arcinota rassegna di spettacoli ospitati in case private, nata da un’idea di Manlio Santanelli e felicemente realizzata dalla competenza e dalla creativa determinazione di Livia Coletta. Una coppia ammirevole, capace di riconoscere un artista a un chilometro di distanza, capace di non deludere mai quel pubblico intenditore che li segue con fiducia, neanche quando intervengono contrattempi che potrebbero mettere in pericolo la realizzazione di uno spettacolo che sta per iniziare. Così, un problema all’impianto elettrico della pianola si trasforma in un’ulteriore occasione di spettacolo. Livia Coletta, col sorriso sulle labbra e la sua naturale pacatezza, informa gli spettatori dell’inconveniente, li rassicura sulla imminente soluzione e propone loro, come intrattenimento, Lo principe Flegreo, una fiaba tratta dall’ultimo libro di Santanelli, Dieci favole antiche alla maniera di G.B. Basile, letta mirabilmente dalla brava attrice Federica Aiello che riscuote un fragoroso meritatissimo successo personale.
Comincia, quindi, lo spettacolo con Massimo Masiello accompagnato dal sensibile e valente pianista Luca Mennella. L’affiatamento tra i due artisti è subito evidente. Lo spettacolo, che porta la firma dello stesso Masiello, è costruito con competenza e acume, cogliendo fior da fiore da quell’immenso corpus che è la prolifica produzione di Viviani. Le canzoni, tratte dalle commedie, sono intervallate dalla storia della vita che lo stesso commediografo scrisse in “Dalla vita alle Scene”. Il primo brano è tratto da ‘E Piscature: ‘e vuzze d’‘o ssicco cu ll’uommene attuorno… Poi ‘E ccose ‘mpruvvisate, Tarantella Segreta, L’acquaiolo, ‘O guappo ‘nnammurato e tante altre. Vanno ancora nominate almeno la deliziosa Cuncettì, Cuncettì da Lo Sposalizio e Mimì di Montemurro da Festa di Piedigrotta, più recitato che cantato. Due brani, questi ultimi, di una commovente bellezza che Massimo Masiello propone con la sua spiccata personalità pur restando aderente alle intenzioni dell’autore. Lo stesso si può dire della bella contaminatio tra la notissima Bambenella e le struggenti E aspettammo, aspettammo ca vene e Io ero comm’ a vuje ‘n angelo ‘e figlia. Avvincente, ancora, l’accompagnamento con un incalzante ritmo di tango per uno dei più toccanti brani di Muratori. Masiello chiude lo spettacolo con le emozionanti parole scritte da Eduardo per la morte di Viviani. Applausi scroscianti e richieste insistenti di bis che Masiello concede ripetendo quel piccolo gioiello che è Cuncettì, Cuncettì.

Valeria Rubinacci