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Nasce la Fondazione Aniello Califano

Data pubblicazione: 12-04-2024
 
Califano

Il Teatro Trianon, che per i meriti, l’impegno e la passione del direttore artistico, Marisa Laurito, è oggi la casa della Canzone Napoletana, ha ospitato la conferenza stampa di presentazione della Fondazione Aniello Califano. Per l’entusiasmo, l’accoglienza gioiosa e le speranze che una tale iniziativa innesca sarebbe più giusto parlare di festa piuttosto che freddamente di un mero annuncio alla stampa. Tanti i cultori e gli appassionati presenti, molti dei quali accolti sul palco dalla giornalista Francesca Scognamiglio. Tra i primi interventi quello del presidente e promotore della Fondazione, Adriano Pepe Califano, che, con voce rotta dall’emozione, dopo i ringraziamenti di rito, ha espresso la soddisfazione sua e dei suoi familiari per la realizzazione di un sogno che tutta la sua famiglia auspicava di realizzare a partire da suo padre. “Oggi questo desiderio familiare vede la realtà” ha affermato.
Dopo di lui Federico Vacalebre, capo della redazione Cultura e Spettacoli de «Il Mattino», che, pur rammaricandosi del fatto che la Canzone Napoletana non sia ancora stata insignita del titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, ha poi espresso alcuni motivi di speranza per il futuro tra cui si inserisce la nascita della Fondazione Aniello Califano che vede come “una rondine”. Altre rondini sembrano volare sul nostro cielo: il Trianon, come si diceva, ma anche il museo dedicato a Enrico Caruso a Palazzo Reale; Eduardo De Crescenzo che porta in giro per sale da concerto e teatri lirici la canzone napoletana classica denudata dall’oleografia; Napulitanata, la sala da concerto sorta di fronte al MANN dedicata al patrimonio della musica partenopea. “Sono ancora poche rondini per fare primavera” ma ogni lungo viaggio comincia col primo passo. Si sono, quindi, alternati sul palco: il professor Alberto Sciotti, a cui si deve la ricerca storica per la realizzazione della Fondazione, che ha evidenziato la modernità di Aniello Califano leggendo alcuni brani dedicati alle donne che sembrano messaggi sociali scritti oggi; Carmine Aimone, storica firma del Corriere del Mezzogiorno, che ha sottolineato come “’O surdato ‘nnammurato”, la più nota tra le canzoni scritte da Califano su musica di Enrico Cannio, fosse considerata una canzone disfattista dal regime fascista perché anteponeva l’amore per una donna all’amore per la patria; Claudio Niola, Direttore artistico della Fondazione, che ha comunicato le attività in programma. Si partirà con un concerto di Lina Sastri previsto per il mese di luglio 2024 che farà da apripista per altri eventi. Tre i progetti su cui si sta lavorando. Primo tra questi la nascita di un museo virtuale dedicato ad Aniello Califano. La narrazione digitale, attraverso installazioni multimediali, diventa la dimostrazione di come si possa utilizzare la tecnologia per riaccendere l’interesse, in primis sul poeta ma anche su un periodo storico molto importante per la Campania e l’Italia. E ancora: un contest musicale che sarà rivolto a tutti gli artisti emergenti che amano la lingua napoletana dando la possibilità a tutti coloro che parteciperanno di inserirsi nel mondo artistico e infine un museo itinerante che seguirà la falsariga del museo virtuale e sarà allestito all’interno di un airstream con visori 3D di ultima generazione per conoscere la vita, la storia e le opere di Aniello Califano. È intenzione della Fondazione entrare in collaborazione con le scuole e creare con loro, attraverso le nuove tecnologie, progetti innovativi con esperienze immersive per parlare con i giovani nel linguaggio che loro preferiscono: quello digitale.

Valeria Rubinacci