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L'AFCEA all' Aerospace & Defense Meetings Torino

Data pubblicazione: 09-12-2025
 

La decima edizione dell’ Aerospace & Defense Meetings, la più importante business convention internazionale per l’industria aerospaziale in Italia, che festeggia quest’anno la decima edizione voluta e sostenuta da Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino sì è tenuta dal 2 al 4 dicembre a Torino ed è stata organizzata dalla società internazionale specializzata in business convention abe-BCI Aerospace, in collaborazione con Ceipiemonte e ICE Agenzia. Da 35 Paesi, sono attesi oltre 2.000 partecipanti, 600 espositori di cui 30 start up, 300 buyer in rappresentanza di colossi mondiali come Leonardo, Thales Alenia Space, Avio Aero, Altec, Mecaer Aviation Group, Safran, Airbus, Boeing, Collins Aerospace, Lufthansa, Lockheed Martin. Il 4 dicembre la business convention ha ospitato la prima edizione del Lunar Economy Summit: un evento nell’evento tutto dedicato all’esplorazione lunare. Hanno Partecipato AIAD e CTNA e alcuni cluster aerospaziali italiani: il Piemonte - la regione italiana più rappresentata con un numero record di 118 imprese e 21 startup incubate da I3p/ESA BIC e Take Off -, la Lombardia, la Campania, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, l’Umbria e l’Emilia-Romagna. Tra i partecipanti anche l’AFCEA Naples Chapter rappresentata dal Presidente Gen. Giovanni Savoldelli Pedrocchi e da Arturo Moccia CEO di Lead Tech.Il settore aerospaziale e della difesa in Italia è una realtà industriale di primissimo livello. A livello internazionale il comparto italiano è settimo nel mondo e quarto in Europa, e rappresenta il più grande settore manifatturiero nazionale nel campo dei sistemi integrati ad alta tecnologia. Non si parla quindi di una nicchia, ma di uno dei pilastri tecnologici dell’industria italiana. Dal punto di vista economico, il fatturato dell’aeronautica e dello spazio ha raggiunto nel 2024 circa 19 miliardi di euro, con una crescita di circa un miliardo rispetto all’anno precedente secondo i dati CTNA. È un volume che pesa intorno all’1% del PIL italiano e che continua ad aumentare, sostenuto da investimenti costanti. Le aziende del comparto reinvestono infatti oltre il 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, alimentando un ecosistema che coinvolge imprese, università, centri di ricerca ed enti pubblici. Una parte significativa di questo giro d’affari deriva dall’export, che conferma la competitività internazionale della filiera italiana. Le principali destinazioni commerciali sono Stati Uniti, Regno Unito e Francia, mercati avanzati dove la tecnologia aerospaziale italiana riesce a trovare spazio e domanda stabile. Guardando al quadro globale, l’aerospazio è uno dei settori con i ritorni più alti nel lungo periodo: nell’arco di cinquant’anni ha generato benefici economici circa otto volte superiori agli investimenti iniziali. Per l’Italia questo significa avere davanti un’opportunità strategica enorme, non solo industriale ma anche di posizionamento tecnologico e geopolitico.

Il comparto non è importante solo per i numeri economici, ma anche per l’occupazione e per la capacità di attrarre investimenti pubblici. Nel 2024 gli addetti del settore aerospaziale italiano erano circa 60.000, con prospettive di ulteriore crescita grazie ai programmi nazionali, ESA e PNRR. Per la sola filiera spaziale sono state annunciate risorse complessive nell’ordine di 7,5 miliardi di euro fino al 2026/2027, un sostegno che rende il prossimo triennio  particolarmente favorevole a innovazione e sviluppo. Un altro tratto distintivo del modello italiano è la struttura della filiera spaziale, composta per oltre il 90% da piccole e medie imprese e startup. Queste realtà lavorano come fornitori e partner dei grandi player del settore e garantiscono flessibilità, specializzazione e capacità di innovare rapidamente. Non a caso, il tema della Space Economy sta iniziando a coinvolgere anche aziende non direttamente legate allo spazio: l’85% delle imprese italiane “non-spazio” ne ha già sentito parlare e circa il 21% sta valutando come possa incidere sul proprio business. Nel complesso, l’Italia può contare su una supply chain estremamente completa, cosa rara anche a livello internazionale. La filiera copre tutte le fasi principali: dalla progettazione alla produzione di motori e avionica, passando per assemblaggio, manutenzione e servizi di supporto. Questa completezza è uno dei motivi per cui il settore resta un asset strategico nazionale e una leva concreta per la competitività futura del Paese.