Sorrento. In occasione della 48^ edizione delle Giornate Professionali di Cinema – Growing, organizzata dall’ANEC in collaborazione con l’ANICA, lunedì 1° dicembre presso la Sala Ulisse, durante il panel “Esercizio e distribuzione tra Italia e Spagna: mercati e strategie a confronto” organizzato da ANEC in collaborazione con BOX OFFICE, è stata presentata l’analisi congiunta dedicata all’andamento e all’evoluzione dei mercati cinematografici di Italia e Spagna, con particolare attenzione alle dinamiche di esercizio, distribuzione e ai trend di presenze e incassi rispetto agli ultimi due anni e alla media 2017-2019. La ricerca, basata su dati aggiornati a novembre 2025, offre una fotografia dettagliata delle performance dei due Paesi, mettendo in luce similitudini, differenze strutturali e opportunità di sviluppo.
Italia: segnali di consolidamento e crescita
Dal lato italiano emergono indicatori positivi sia sul fronte degli incassi che delle presenze. Al 27 novembre 2025, gli incassi hanno raggiunto 392.346.156 euro, mentre le presenze in sala ammontano a 55.217.427. Nel 2024, nello stesso periodo, gli incassi erano stati 416.627.151 euro e le presenze 59.115.596, evidenziando dunque un leggero arretramento (-5,8% sugli incassi e -6,6% sulle presenze in sala nel 2025 rispetto al 2024) ma all’interno di un quadro complessivo di stabilità, con valori comunque vicini a quelli pre-pandemici della media 2017–2019 (508.708.937 euro di incassi e 79.513.812 presenze registrate nello stesso periodo). I dati confermano una progressiva ricostruzione del mercato, sostenuta dal ritorno del pubblico nelle sale, dal rafforzamento della programmazione nazionale e dall’impatto dei grandi titoli internazionali.
Spagna: un mercato dinamico e competitivo
In Spagna, alla data del 27 novembre 2025, gli incassi registrati ammontano a 396.080.891 euro, mentre le presenze sono pari a 57.448.100. Nel 2024, nello stesso periodo, gli incassi erano stati 417.345.798 euro, con 62.584.387 presenze complessive. In un contesto europeo complesso, emergono dinamiche eterogenee tra i principali mercati. La Francia, con 131.541.167 presenze in sala registrate in data 27 novembre, sta attraversando una fase di rallentamento: la minore disponibilità di prodotto internazionale e l’assenza dei grandi successi nazionali dello scorso anno – come “Un p’tit truc en plus” o “Le Comte de Monte-Cristo” – rendono difficile mantenere il passo, determinando una decrescita di oltre il 17% rispetto al 2024 (rispetto alle 159.332.595 presenze registrate nello stesso periodo in quell’anno). La Germania, al contrario, mostra una performance solida e in controtendenza, con risultati già superiori allo scorso anno (al 27 novembre 2025, registra un totale di 753.836.812 euro di incassi e 75.844.667 presenze in sala, con una crescita del +5,5% sugli incassi e +2,2% sulle presenze rispetto all’anno precedente) e più vicini alla media pre-pandemica, grazie soprattutto alla vitalità delle produzioni locali, tra cui “Das Kanu des Manitu” e “Die Schule der magischen Tiere 4”.Segno positivo (+3,5% sugli incassi nel 2025 rispetto al 2024) anche per Regno Unito e Irlanda, dove titoli internazionali dal forte radicamento culturale – come i nuovi capitoli di “Bridget Jones”, “Downton Abbey” e “28 anni dopo” – hanno contribuito a sostenere la crescita del box office (952.551.100 euro al 27 novembre 2025) e a rafforzare la competitività del mercato.Per quanto riguarda la Spagna, la performance complessiva resta in linea con quella del mercato italiano nell’ultimo biennio, con un risultato finale che dovrebbe avvicinarsi a quello dello scorso anno. Anche nel 2025 si conferma il tradizionale andamento stagionale che caratterizza il confronto tra i due territori: Italia più avanti nel primo quadrimestre, Spagna più competitiva nei mesi estivi, Italia che recupera progressivamente nel periodo autunnale, fino a un equilibrio – talvolta un leggero sorpasso – nel periodo natalizio. Guardando infine al contesto nazionale, la produzione italiana continua a crescere sia in valore assoluto sia in quota percentuale, registrando le migliori performance complessive dal 2017 a oggi. Così come nel 2024 – e diversamente dal 2023, quando “C’è ancora domani” aveva inciso in modo particolarmente significativo sulle cifre totali – il risultato è distribuito su un numero ampio di titoli, evidenziando un sistema produttivo robusto, articolato e capace di intercettare pubblici diversi.












